Anni fa acquistai questo libro, “L’arte di insultare” di Arthur Schopenhauer, e presto smisi volontariamente di non leggerlo più.
Ora che ho ripreso a leggerlo capisco la decisione di allora. Mi fermai nel punto in cui il filosofo si sofferma sulle donne.
“La donna non è affatto adatta ad essere oggetto della nostra stima e venerazione, a tenere la testa più alta dell’uomo e ad avere gli stessi diritti“.
“Numero due del genere umano“.
“Le donne, in quanto sesso più debole, sono costrette dalla natura a far ricorso non già alla forza, ma all’astuzia: di qui deriva la loro istintiva scaltrezza e la loro insopprimibile tendenza alla menzogna“.
“Le donne sono adatte a curarci ed educarci nell’infanzia appunto perché sono esse stesse puerili, sciocche e miopi, in una parola rimangono per tutta la vita grandi bambini: esse occupano una specie di gradino intermedio fra il bambino e l’uomo, che è il vero essere umano“.
“La donna è destinata per natura ad obbedire“.
“Le donne, che per la debolezza della loro ragione sono meno atte degli uomini a comprendere i principi generali…sono quasi sempre inferiori agli uomini nella virtù della giustizia, e quindi anche nell’onestà e nella coscienziosità: perciò l’ingiustizia e la falsità sono le loro colpe più comuni e la menzogna il loro peculiare elemento“.
“La mancanza di intelligenza non guasta con le donne“.
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